mi dicono di chiedere di te
quando l’ultimo sasso nella scarpa
farà un male impossibile
– di te mi hanno detto –
perché sei sola e non cammini dritta
né fretta
la pazienza che esiste senza passi
di te
quando l’anima scappa dalle mani
e cade senza dove
con tutti i suoi peccati ed i rimorsi
che ti corrono avanti e resti indietro
all’interno di un’ aria impoverita
la faccia
o le zampette come le bugie
ma tu – dicono –
mangi polvere e strada e aspetti i morti
che non hanno la pelle
sulla faccia di dio
mentre
io gioco a nascondino con le tende
che si vede benissimo
da questa trasparenza delle acque
e la discesa come un defluire
quando l’ultima stella si trattiene
nei miei occhi e mi afferra
ad una luce
appena.
14 ottobre 2015
17 ottobre 2015 at 18:43
Di questa tua creatura mi piace la scelta lessicale.
La scioltezza che non è fratta da inciampi o legacci.
Complimenti.
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