vieni qui
che ti spando i capelli
li liscio, li ristoro, li rammento
e delle mani faccio cianfrusaglie
da tenere sul petto
nuvole a salto alterno
quando mi stendo accanto e ti rivesto
di questa mia distratta esposizione
alle fragole
all’attimo
al silenzio
e ad una irriducibile distanza
per tenere al sicuro
questa parte di mondo
un incidente fragile
che dileguando sfiora la mia costa
quando mi invii messaggi da scordare
e ti vesto di sera
in questa forma lieve
che rende dissipabili i contorni
e ti rovisto.
3 aprile 2016 at 14:43
bella… come definizione… mi sembra un’estrema attenuazione di concetto.
poi
quel Karajan giovane che suona il piano…
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3 aprile 2016 at 12:33
Che bella..
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3 aprile 2016 at 12:40
grazie!
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