(van gogh)
Non so spiegarti meglio e tuttavia
mi piacerebbe farlo
ma
una specie d’inedia
mi trasforma in un essere svogliato
una censura inflitta da me stesso
senza aver nulla da disinnescare
un proprio nulla, un nulla disinvolto
che non soggiace ad altro e a nulla tende
un tardo pomeriggio, potrei dire,
come una sonnolenza
dove non c’è neppure un sovvenire
né peso sulle ciglia
ma non potrei parlare di pigrizia
come l’estate calda quando il tempo
ti consiglia un’assenza
e ti sorprendi giallo come un campo
e fermo come l’aria su un covone
né tempo
e sosta il mio rumore.
Questo articolo è stato inserito il lunedì, 9 Maggio 2022 alle 15:10 e pubblicato in Senza categoria. Puoi seguire tutte le risposte a questa voce con il feed RSS 2.0.
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9 Maggio 2022 at 16:49
Sempre belli i tuoi versi, Giovanni!
Un saluto!
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9 Maggio 2022 at 16:52
Grazie!
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10 Maggio 2022 at 18:31
9 Maggio 2022 at 16:40
L’ha ripubblicato su Il Canto delle Muse.
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9 Maggio 2022 at 16:41
Grazie!
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9 Maggio 2022 at 16:43
🙂
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9 Maggio 2022 at 16:40
molto bella e non solo per il richiamo a Van Gogh
la rebloggo, grazie!
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