Riflessione di una mattina qualsiasi
La musica atonale ricerca un’altra forma di armonia. Essa non chiude il cerchio: sfuma. E ti presenta l’indeterminato.
Nell’indeterminato c’è il tuo niente. Che si sostanzia e pone una presenza che non c’è.
Una diluizione d’incertezza che ti spinge a cercare. Ascolti e ti domandi: dove? Mi trovo, ovviamente, e non sai dire.
Tuttavia ti interpelli dentro la forma di un linguaggio astruso che sembra non fluire verso aspettative secondo te possibili. Invece ti presenta l’impossibile; e pause; e silenzi; e soluzioni in apparenza inutili per un linguaggio ormai solo scontato. Dunque ti insegna: a ri-parlare.
Forse solo Webern, rifacendosi a Bach, sembra un’offerta stabile. Non è così. Webern ti sopravanza retrocedendo: cambia il tempo. Come Bach, spinge verso le stelle, ma è una galassia ingota: la luce devi mettercela tu. La luce è ascolto, domanda, comprensione.
Ci salveremo oggi?
30 giugno 2022 at 18:02
non riesco ad amare la musica atonale
Amo Gould…
e chi scrive bene.
🙂
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30 giugno 2022 at 18:46
anch’io ho avuto grande difficoltò, ma alla fine qualcosa mi è entrato…
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30 giugno 2022 at 18:50
mah… proverò.
Ogni tento riprovo… solo che…
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30 giugno 2022 at 18:51
tanto, non tento.
Comunque, per tentare, tento… 😉
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30 giugno 2022 at 18:55
🙂
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30 giugno 2022 at 18:56
ti capisco. anche quella musica si può capire e magari anche apprezzare. Amarla è un’altra cosa.
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30 giugno 2022 at 18:56
proprio così…
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