Ora quel tuo profumo non è chiaro
quando s’alzava il vento
ma non è di questo che volevo parlarti.
Neppure il tuo profilo
e davvero non si riusciva a intravedere
un’altra linea da lasciare in giro
quando l’estate insiste ed ogni notte
ti propone diversa
impedendomi di raccogliere in un vaso
il rumore dei pini
le frasi che non hanno più una casa
e dio che dorme.
Tuttavia mi sembrava un vecchio istante
vecchio come la terra che contiene
gli istanti tutti
e i pensieri
di frattempo in frattempo.
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le frasi che non hanno più una casa
attesa
Dopo ore di vento
il tuo disagio cade
come la mia contraddizione
tra sollevarti e sporgermi
oltre la notte che ci resta attorno
ma non ti vedo ad ora definita
sfuma
la contrazione del bisogno
ed il tuo viso forse s’allontana
luce
di stelle
copre.
Domani sarà giorno e tu indecisa
aprirai la finestra.
Ci chiederemo se
_ ci chiederemo _
ma nessuno dirà
e come senza volto
ci guarderemo altrove
che dove siamo non c’è carnagione
non c’è spirito
tempo
non c’è vela
ma non posso evitare di tenerti
le mani
e stringere
l’attesa.
Quando verrai a fuggire
Quando verrai a fuggire
mi troverai con la valigia in mano
vuota
come i tuoi occhi.
Quindi ci scorderemo d’esserci scordati
e complici
cercheremo un istante
e le mie scarpe.
(Tratta da “Il posto delle piaghe lucenti” e-book La Recherche free download)
http://www.larecherche.it/librolibero_ebook.asp?Id=224#.WeHCdbRxtCg.facebook
certe volte un cuscino
Si andava come per naufragare
in attesa di un’onda.
La nebbia? Un abito stretto.
Poi si diceva altrove:
arrivederci.
E la sera ti vengono ricordi.
Sarebbe come a dire:
ancora adesso.
Quindi domani:
difficile deviare
se l’oltrepasso non concede inganni
da usare la mattina.
Certe volte un cuscino
è un albero da frutta
dove raccolgo sempre i tuoi capelli.
verso ancora (nuova versione)
Aspettami sotto casa
verso domani o ancora
e se il cielo è di pioggia
indossa
qualche nuvola sparsa
e una frase comprata a un carrettino
ma le domande
tirale sottovento
altrimenti gli odori copriranno
tutto il gusto d’amaro.
Non assicuro niente:
tu rimani
e l’ombrello appoggiato contro il muro
legaci fazzoletti
e vento
che lo gonfi di sera
come una spedizione di frontiera.
Mandami qualche cosa da scordare
un biglietto forato
una conchiglia
un fiore.
Io non lo so se vengo:
capirai.
respiro
Un distico elegiaco nel mare
lascio alla tua sostanza inaspettata
e al mio distante appoggio
quando scrivo di te
e faccio onda
frammentata
da un’altra immensa
quando il mare si piega
e nulla
alla prossima forma
del tuo respiro al mio spaesamento
dove ti aspetto
e frango.
memorie di uno piccolo
Ma ottobre si vestiva per cadere;
inverno i primi mesi.
Poi la giornata si sgualciva a sera;
e gli anni.
L’acqua calda si faceva col carbone.
Ultimo piano
prima porta
a sinistra.
C’era un teatro piccolo e un armadio;
qualche volta volare.
Altre, la sera, senza la tua mano:
si sperava in un sogno.
Mi faceva impazzire il mio seguirmi
per vedere se mi comportavo bene.
Quando si va non sai dove si viene.
Poi si dice l’attesa.
terza notte di ascolto
Sarà senz’altro una stanza segreta
Dove la notte chiude le sue stelle
Quando è ora di andare
Ed è segreta l’orbita
Che l’universo compie intorno al nulla
Dove una madre tesse
Le tele quando è ora di sparire
Come è segreto il mio ravvedimento
Quando non ho ragione di restare.