Della tua vita faccio la mia vita
e nella cura dell’ambiguo verso
curo me stesso
e transito.
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il collezionista
il collezionista
(P. Klee “spirito di una lettera”)
Devi avere pazienza e perdonare
la convergenza verso un solo punto
dove la vita perde di spessore
latita
la pioggia nel deserto
senza poter migrare.
Generalmente sai che m’accontento
di rileggere storie
di donne o Pirandello
e strascicate brevi congiunzioni
verso universi non classificati
per sospendere ore
a volte raggelare
altre un respiro.
Tuttavia in certi casi la mancanza
bussa
e per quanto mi neghi
conosce l’indirizzo dove vivo
tra cose propedeutiche a partire
cui non dedico tempo
visto che non ne ho
né lettere
per la mia collezione
che puntualmente getto
non le buste
per ricordare almeno gli indirizzi
che a nessuno interessa
rileggere domani i miei maneggi
fughe divagazioni svasature
né a me stesso
se non a volte fasci di falene
a pioggia
come fossero stelle.
Per questo
qualche volta m’avvio
dove non mi conosce
e cerco compratori ossessionati
collezionisti
di cose da scordare
cui consegno i registri
e m’allontano.
il collezionista
Devi avere pazienza e perdonare
la convergenza verso un solo punto
dove la vita perde di spessore
latita
la pioggia nel deserto
senza poter migrare.
Generalmente sai che m’accontento
di rileggere storie
di donne o Pirandello
e strascicate brevi congiunzioni
verso universi non classificati
per sospendere ore
a volte raggelare
altre un respiro.
Tuttavia in certi casi la mancanza
bussa
e per quanto mi neghi
conosce l’indirizzo dove vivo
tra cose propedeutiche a partire
cui non dedico tempo
visto che non ne ho
né lettere
per la mia collezione
che puntualmente getto
non le buste
per ricordare almeno gli indirizzi
che a nessuno interessa
rileggere domani i miei maneggi
fughe divagazioni svasature
né a me stesso
se non a volte fasci di falene
a pioggia dalle stelle
quando si cade senza risalire.
Per questo
qualche volta m’avvio
dove non mi conosce
e cerco compratori ossessionati
collezionisti
di cose da scordare
cui consegno i registri
e m’allontano.
la collezione
parlami
se mi rivolgo incerto a un’altra storia
che potrebbe disperdermi o condurmi
o almeno scrivi
altopiani di vento
spazi d’interno dove spesso piove
se mi vesto d’inverno
nella corrente senza proseguire
la conoscenza delle bocche d’aglio
e vino vecchio
che sfocia accanto a fiumi abbandonati
se l’uva non si spreme
nelle parole inutili
e se non vuoi parlare resta zitta
che i tuoi segni non sono una distanza
e passo il tempo
a decifrare i tuoi silenzi grigi
dove travaso
quello che voglio e ancora
in un’ora impossibile
del mio restare avido
a seconda dei giorni e le carezze
nei tuoi soffi di notte
dove la vita passa e la mancanza
di un inutile senza
mi ricorda di te
un altro non previsto smottamento
della mia collezione d’incertezza.
la collezione
Devi avere pazienza e perdonare
la convergenza verso un solo punto
dove la vita perde di spessore
latita
la pioggia nel deserto
senza poter migrare.
Generalmente sai che m’accontento
di rileggere storie
di donne o Pirandello
e strascicate brevi congiunzioni
verso universi non classificati
per sospendere ore
a volte raggelare
altre un respiro.
Tuttavia in certi casi la mancanza
bussa
e per quanto mi neghi
conosce l’indirizzo dove vivo
tra cose propedeutiche a partire
cui non dedico tempo
visto che non ne ho
né lettere
per la mia collezione
che puntualmente getto
non le buste
per ricordare almeno gli indirizzi
che a nessuno interessa
rileggere domani i miei maneggi
fughe divagazioni svasature
né a me stesso
se non a volte fasci di falene
a pioggia dalle stelle.
Per questo
qualche volta m’avvio
dove non mi conosce
e cerco compratori ossessionati
collezionisti
di cose da scordare
cui consegno i registri
e m’allontano.