nella poesia di Pavese (come in “verrà la morte e avrà i tuoi occhi”), la donna ha un doppio volto, celeste e ctonio, irrinunciabile e “mortale”, fonte, principio e fine nell’espressione di una ambiguità simile alla vita.
tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C’è un vento che ti giunge.
Cose secche e ritorte
t’ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell’estate.